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  • Ascensori, cinque punti di sconto extra a chi abbandona il superbonus

    Sì al passaggio dall’ex 110% al più conveniente bonus barriere al 75%. Trasformazione ammessa per lavori avviati nel 2023 e proseguiti l’anno dopo. Possibile transitare dal superbonus al bonus barriere architettoniche. Incassando nel 2024 un extrasconto di cinque punti: l’anno scorso, infatti, il superbonus condominiale era al 70% mentre lo sconto per migliorare l’accessibilità degli immobili era al 75 per cento. L’agenzia delle Entrate apre a questa conversione, da attuare in dichiarazione, con la sua guida alle agevolazioni fiscali, che contiene un riepilogo di tutti i chiarimenti elaborati negli anni sui vari sconti disponibili. Gli sconti fiscali Un passaggio importante e innovativo di questo lavoro riguarda il bonus barriere architettoniche. Bisogna ricordare che questa agevolazione è stata limitata, a partire dal 30 dicembre del 2023, per prevenire abusi (come il suo utilizzo per la sostituzione di infissi). Attualmente, e fino al 31 dicembre di quest’anno, si applica alla realizzazione «in edifici già esistenti, di interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche aventi ad oggetto esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici». Lo sconto fiscale è del 75 per cento. Per l’abbattimento di barriere è possibile sfruttare altri due sconti fiscali: il 50% ordinario e il superbonus, nelle sue varie versioni. Proprio la maxi-agevolazione dell’ex 110%, però, negli anni ha avuto un trattamento sempre peggiore. Passata al 90%, nel 2024 per i condomini era al 70% e nel 2025 è scesa al 65%, peraltro solo per i cantieri avviati entro il 15 ottobre dell’anno scorso. Il passaggio di agevolazione Per meglio sfruttare gli sconti più alti, allora, è possibile passare da un’agevolazione all’altra in caso di lavori che vadano avanti per più anni? Le Entrate rispondono di sì. «Per le spese sostenute nel 2024 - si legge nel documento - è possibile fruire della detrazione di cui al citato articolo 119-ter (quindi, il bonus barriere al 75%) anche in presenza di un intervento iniziato nel 2023 per le cui spese, sostenute in tale anno, si è fruito della detrazione del 50 per cento prevista dall’articolo 16-bis del Tuir oppure del superbonus». Per essere ancora più espliciti, il documento fa anche un esempio. «Con riferimento alle spese sostenute nel 2024, per interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche, già avviati in anni precedenti» è possibile continuare a fruire del superbonus, che nel 2024 è al 70%, «nel limite di spesa di euro 96mila», comprensivo anche delle spese sostenute «negli anni precedenti per il medesimo intervento trainato». Oppure, in alternativa, si può «fruire della detrazione di cui all’articolo 119-ter del decreto Rilancio (quindi, il bonus barriere) prevista nella misura del 75% delle spese sostenute». In questo modo, si incassa un beneficio extra di cinque punti. Va ricordato anche che, per i lavori avviati prima del 30 dicembre 2023, valeva ancora il vecchio assetto del bonus barriere, più permissivo e non limitato a soli lavori come scale e ascensori. Nel caso descritto dalle Entrate di lavori a cavallo di anno, allora, potrebbe esserci anche un ventaglio più ampio di interventi agevolati. Riproduzione riservata

  • Convocazioni condominiali, email semplice non è valida

    La Corte di cassazione stabilisce che le convocazioni via email ordinaria non rispettano la normativa. Solo raccomandata, Pec o consegna a mano garantiscono la validità delle delibere condominiali. Non vale la convocazione dell’assemblea condominiale tramite mail ordinaria. E ciò anche se il singolo condomino ha autorizzato l’amministratore a inviare al suo account di posta elettronica semplice «tutte le future comunicazioni» del condominio. È inderogabile dall’autonomia privata, infatti, la norma di cui all’articolo 66, comma terzo, disp. att. c.c. che prevede l’avviso della riunione soltanto per raccomandata, posta elettronica certificata o consegna a mano (oltre che il vecchio fax): il tutto a tutela degli interessi fondamentali del condominio perché la posta elettronica semplice, a differenza di quella certificata, non è in grado di documentare la consegna dell’atto all’account del destinatario. Risultato: scatta lo stop alla delibera approvata dall’assemblea. Così la Corte di cassazione civile, sez. seconda, nell’ordinanza n. 16399 del 18/06/2025. La comunicazione: un requisito essenziale È accolto dopo una doppia sconfitta in sede di merito il ricorso della società che aveva impugnato la delibera condominiale. Con la riforma introdotta dalla legge 11.12.2012, n. 220, le forme di comunicazione per la convocazione all’assemblea costituiscono un requisito essenziale per la validità delle delibere adottate. E il mancato avviso a uno dei condomini configura un vizio procedimentale che rende annullabile la decisione: spetta all’interessato provare i fatti da quali risulta l’omessa comunicazione; trova ingresso la censura secondo cui compete invece all’ente di gestione dimostrare che tutti gli aventi diritto hanno ricevuto l’avviso in modo tempestivo: la comunicazione dell’assemblea, del resto, è un atto recettizio, diventa dunque efficace solo quando è portato a conoscenza del destinatario. Deroghe non ammesse Non può essere l’amministratore a decidere che gli avvisi delle riunioni possano essere inviati con mail ordinaria né conta la prassi formatasi in tal senso, mentre il regolamento condominiale può stabilire solo forme alternative che consentono la presunzione di conoscenza degli avvisi, al pari della ricevuta di avvenuta consegna della Pec. Il singolo, poi, non può autorizzare la deroga alla norma stabilita per tutelare le regole della collegialità: gli interessi fondamentali del condominio devono essere soddisfatti per tutti i partecipanti. riproduzione riservata

  • Quanto costano sdraio e ombrelloni al mare, estate di rincari: le spiagge meno care

    I dati delle principali associazioni confermano che una giornata al mare può costare quanto una notte in albergo. Tra rincari, costi accessori e differenze tra le località, un po’ di relax può trasformarsi in un salasso. L’estate 2025 si preannuncia tra le più costose degli ultimi anni per chi sceglie di trascorrere una giornata in uno stabilimento balneare. Ombrellone e lettini, un tempo considerati accessori vacanzieri accessibili, oggi rappresentano una spesa tutt’altro che trascurabile. Secondo le rilevazioni di Altroconsumo, Federconsumatori, Codacons e IRCaF, il costo medio per affittare l’attrezzatura da spiaggia continua a salire, con rincari diffusi lungo tutta la Penisola. Aumentano i listini, ma anche le voci extra, in una stagione dove le parole d’ordine sembrano essere: prenotazione anticipata e attenzione ai dettagli. Quanto costa una giornata al mare: prezzo e rincari Le rilevazioni condotte da Altroconsumo (che si è concentrata sulla settimana dal 3 al 9 agosto), IRCaF (che si è invece concentrata su 14-21 giugno) e Federconsumatori convergono su una cifra: il costo medio nazionale per una giornata in spiaggia, comprensiva di ombrellone e due lettini, si aggira attorno ai 25-26 euro. Altroconsumo parla di 25,80 € al giorno in media su oltre 200 stabilimenti monitorati. IRC.a.F conferma lo stesso valore per la terza fila durante i giorni festivi. Federconsumatori stima una media di 26,20 €. Per le formule settimanali: Altroconsumo e IRCaF indicano un costo medio settimanale di 170,70 €. IRCaF aggiunge che si possono raggiungere i 354 € in località di pregio. Il rincaro annuo varia a seconda delle fonti: IRCaF segnala un aumento del +4,47% giornaliero e +6,41% settimanale rispetto al 2024. Altroconsumo registra una crescita media dei prezzi pari al +5%. Federconsumatori individua un rincaro medio del +2,3%, ma con picchi maggiori in regioni come la Sicilia. Tra i rincari più consistenti rispetto all'anno scorso, il 9% di Senigallia (che però mediamente resta tra le spiagge meno care) e di Alghero (che invece si posiziona tra le più care). Prezzi mediamente invariati rispetto alla scorsa estate a Rimini (tra le meno costose) e Alassio, che invece rientra nei lidi con costi elevati. Estate 2025, le spiagge più economiche Nonostante l'aumento generalizzato, alcune destinazioni offrono ancora prezzi contenuti, soprattutto al Sud e lungo l'Adriatico. L'indagine IRCaF ha evidenziato località dove è possibile trascorrere una giornata al mare con meno di 20 euro, almeno nelle file posteriori. Tra le mete più economiche emerse dai rilevamenti, lidi in Puglia, Abruzzo e Basilicata. Vieste (FG): 13 € al giorno. Maratea (PZ): 18 €. Roseto degli Abruzzi (TE): 17 €. L'indagine di Altroconsumo, relativa invece al pacchetto settimanale 3-9 agosto, evidenzia che le spiagge più economiche del periodo sono: Rimini (prezzo medio 150, prima fila 166) Lignano (154 euro prezzo medio, 164 la prima fila) Senigallia (158 euro prezzo medio, 169 la prima fila) Anzio (176 euro prezzo medio, 182 la prima fila) Secondo IRCaF, relativamente però alla settimana 14-21 giugno, la media nazionale di un pacchetto settimanale si aggira attorno ai 170,70 euro (+6,41, cioè +10,28 euro rispetto all'anno passato). Secondo IRCaF, il Sud Adriatico rappresenta la fascia geografica più conveniente, grazie a un mix di offerta ampia, concorrenza tra stabilimenti e minori costi fissi. Tuttavia, il consiglio resta quello di controllare bene la posizione (prima fila contro terza o oltre) e i servizi inclusi, perché anche nei lidi economici possono nascondersi costi aggiuntivi non trascurabili. Nella classifica dei mari, Adriatico e Ionio (con prezzo giornalieri medio di 23,43, settimanale di 150,08) sono relativamente meno cari rispetto a mar Tirreno e Ligure (27,20 e 183,17), nonostante i primi due registrino importanti rincari rispetto al 2024 (14,27% giornalieri, 20,54% settimanale) e i secondi abbiano mediamente diminuito i costi (-0,75% e -0,43%). Estate al mare, quali sono le regioni più economiche? Sempre secondo il report di IRCaF, il primato di regione più economica (a livello di medie giornaliere) lo registra l'Abruzzo, con una media di 19, seguito da Basilicata (20) Calabria (21,50) e Puglia (22). Le isole accomunano Sicilia e Sardegna, con una media di 22,50, poi c'è il Veneto a 25. Il podio delle più care parte da Toscana e Marche a quota 26 euro, seconde Lazio ed Emilia-Romagna (27,50), primo posto alla Liguria con 31. Occhio agli extra: i costi nascosti Spesso la spesa effettiva supera il prezzo base di ombrellone e lettini. Diverse rilevazioni, in particolare quella IRCaF, evidenziano la presenza di costi aggiuntivi per servizi non sempre indicati chiaramente nei listini. I principali extra segnalati: Terza persona: supplementi fino a 10 €. Docce o bagni a pagamento: da 0,50 € a 2 € a utilizzo. Cabina: supplementi significativi, soprattutto nei lidi più attrezzati. Giochi per bambini e frigorifero: tariffati a parte. In alcune località si può arrivare a spendere oltre 50 € al giorno pur senza servizi “di lusso”, semplicemente sommando le voci accessorie. Come risparmiare su sdraio e ombrelloni: offerte e nuove soluzioni Per contenere la spesa, Federconsumatori consiglia di: Optare per la mezza giornata o le fasce orarie promozionali (es. dalle 14 in poi). Utilizzare app e portali per confrontare i prezzi in tempo reale. Verificare se è attiva l’assicurazione maltempo, per evitare di perdere l’intera giornata in caso di pioggia. Considerare la condivisione dell’ombrellone in gruppi di amici o famiglie. Preferire lidi senza costi per docce e bagni, ormai presenti solo in alcune zone meno battute. Estate 2025, le località più costose d’Italia Le spiagge della Campania, della Liguria, della Toscana e della Sardegna guidano la classifica delle località più costose. Secondo il monitoraggio IRCaF, le mete più care sono: Sorrento (NA): fino a 60 € al giorno, Lerici (46), Sabaudia (45) e in Costiera Amalfitana (40) Alassio (SV) e Forte dei Marmi (LU): stabilimenti tra i più esclusivi, con listini tra i più alti d’Italia: secondo Altroconsumo ad Alassio una settimana in prima fila costa mediamente 354 € (334 la terza), mentre a Viareggio i costi si aggirano sui 217 euro. Gallipoli (LE): 316 € per una prima fila, 286 per una terza. Anche Codacons segnala un incremento significativo dei prezzi negli stabilimenti di lusso, che in alcuni casi superano i 1.000 euro al giorno, includendo servizi come tende VIP e consumazioni a credito. In alcune zone esclusive, come la Versilia o la Costa Smeralda, gli stabilimenti balneari offrono pacchetti “vip” con prezzi da capogiro. Federconsumatori e Codacons hanno segnalato strutture dove: Il costo giornaliero può superare i 1.500 €, come nel caso di tende private a Forte dei Marmi o a Porto Cervo. Il prezzo include consumazioni, parcheggio riservato, servizio al lettino, minibar e sicurezza privata. Tra gli stabilimenti più cari: Twiga Beach Club (Forte dei Marmi) Nikki Beach (Costa Smeralda) Excelsior Venice Lido (Venezia) Augustus Hotel Beach Club (Forte dei Marmi) Un’estate per pochi? I dati delle principali associazioni confermano che una semplice giornata al mare può costare quanto una notte in albergo. Ombrellone e lettini sono diventati simboli del divario crescente tra chi può permettersi il lusso della comodità e chi deve accontentarsi della spiaggia libera. Andare al mare nel 2025 richiede più attenzione che mai: tra rincari, costi accessori e forti differenze tra le località, una giornata di relax può trasformarsi in un salasso. Confrontare, informarsi e prenotare con anticipo sono le chiavi per godersi l’estate senza troppi pensieri. Riproduzione riservata

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