Guida Irpef
- Walter Pittini
- 1 giorno fa
- Tempo di lettura: 8 min
Cos'è, calcolo, aliquote e detrazioni.

Capire come funziona la “macchina dello Stato” e da dove arrivano i fondi necessari al suo funzionamento non è un’impresa semplice. Devi infatti approfondire la conoscenza del sistema fiscale, principale fonte di entrate per l’Erario statale. Il sistema fiscale italiano è strutturato e composto da imposte e tasse che vanno a finanziare tutti i servizi che utilizzi quotidianamente, dagli ospedali ai mezzi pubblici.
Uno dei fondamenti del sistema tributario è l’Irpef, acronimo di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Un tributo che devi imparare a conoscere molto bene, soprattutto quando inizi ad affacciarti sul mondo del lavoro. Si tratta di un’imposta che grava su circa 40 milioni di contribuenti, sia residenti sia non residenti in Italia, che producono un reddito dal proprio lavoro, dai capitali posseduti o da fabbricati e terreni. Se sei anche in una di queste casistiche, allora vuol dire che anche tu sei un soggetto che paga l’Irpef.
Come prevede l’articolo 53 della Costituzione italiana, l’Irpef è un tributo progressivo: sei chiamato a contribuire in base al tuo reddito imponibile. Inoltre, è anche un’imposta diretta, ossia che colpisce direttamente la ricchezza nel momento in cui la produci. L’ Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche è molto articolata e viene regolamentata dal Tuir, il Testo Unico delle Imposte sui redditi che spiega tra le altre cose come calcolare e come pagare l’Irpef.
L’Irpef è anche una delle imposte che ha subito il maggior numero di revisioni dalla sua entrata in vigore nel 1973. In questa nostra guida troverai una risposta alle tante domande sull’Irpef: da come si calcola, che cosa sono le detrazioni e le deduzioni, fino a capire a cosa servono le addizionali regionali e comunali dell’Irpef.
Irpef: che cosa è e come funziona
L’Irpef è l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche ed è uno dei pilastri del sistema tributario italiano. È dovuta dai residenti italiani e non che producono reddito da:
lavoro dipendente;
lavoro autonomo;
capitali;
impresa;
fabbricati e terreni;
altro in baso a quanto previsto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi.
Si tratta di un’imposta diretta e progressiva, come prevede la Costituzione Italiana all’articolo 53, dove recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Istituita ufficialmente nel 1973, è da sempre una delle imposte più dibattute e discusse in Italia e questo ha portato i diversi governi che si sono succeduti a modificarla e adattarla alle esigenze del Paese. Le regole su cui si fonda l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche sono contenute nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi, in cui è illustrato anche il metodo di funzionamento delle detrazioni e delle deduzioni.
Aliquote e scaglioni sono i due pilastri su cui si basa l’IRPEF e assicurano, insieme alle deduzioni, alle detrazioni e alla “no tax area” la progressività dell’imposta. Il calcolo dell’IRPEF tiene in considerazione tutti questi elementi e ti permette di pagare esattamente quanto dovuto.
Chi paga l'Irpef?
Chi deve pagare l’Irpef? Anche tu sei soggetto al pagamento dell’imposta? Queste sono alcune delle domande che ti poni quando arriva il momento della dichiarazione dei redditi. La risposta è piuttosto articolata.
I soggetti passivi di Irpef sono:
le persone residenti sul territorio italiano, che possiedono beni e producono redditi in Italia e all’estero;
le persone non residenti in Italia, ma che producono parte dei loro redditi sul territorio italiano;
le società di persone e capitali;
le ditte individuali;
le società semplici.
Se sei un soggetto residente in Italia, il reddito complessivo è formato sia da quello prodotto sul suolo italiano sia quello prodotto all’estero (in termini tecnici si utilizza la locuzione “ovunque prodotti”). Per il calcolo netto dell’Irpef devi tenere in considerazione diversi aspetti che abbiamo già anticipato: deduzioni, detrazioni e il credito d’imposta che ti permettono di abbassare l’ammontare da pagare.
Se non sei residente in Italia, devi tenere in considerazione solamente i redditi prodotti con le tua attività nel Paese. Anche in questo caso, per il calcolo dell’Irpef è necessario considerare detrazioni e deduzioni, anche se in forma minore rispetto a chi ha la residenza in Italia. Ad esempio: non puoi accedere alle detrazioni per carichi famigliari. Le detrazioni da portare in dichiarazione dei redditi sono disponibili all’articolo 24 comma 3 del Testo Unico delle imposte sui redditi.
Inoltre, c’è una categoria speciale di persone definiti dall’Agenzia delle Entrate “Soggetti Schumacker”. Si tratta di contribuenti:
non residenti in Italia;
il reddito prodotto in Italia è pari o superiore al 75% del loro reddito complessivo;
non usufruiscono nel loro Paese di residenza delle stesse agevolazioni disponibili in Italia.
Se rientri in questa speciale casistica, hai diritto a tutte le deduzioni e detrazioni previste dalla Legge.
Come si calcola l'Irpef
Il calcolo dell’Irpef si basa su quanto prevede la riforma varata dal Governo Draghi nella Legge di Bilancio e che ha modificato gli scaglioni, le aliquote fiscali e le detrazioni. Per i lavoratori dipendenti, i quali pagano parte dell’Irpef già in busta paga, la formula per il calcolo dell’Irpef è abbastanza semplice: Imposta lorda (calcolata sul totale dei redditi prodotti nell’anno fiscale) meno le detrazioni da lavoro dipendente e da carichi di famiglia.
Essendo progressiva, l’imposta lorda varia in base all’ammontare totale del reddito, agli scaglioni e alle aliquote che ora analizziamo nel dettaglio.
Quali sono gli scaglioni e le aliquote Irpef
La riforma Irpef varata dal Governo Draghi ha ridotto a quattro gli scaglioni e le aliquote fiscali (precedentemente erano cinque).
Dal 1° gennaio 2022 la rimodulazione è strutturata in questo modo:
fino a 15.000€ aliquota fiscale al 23%;
da 15.000 a 28.000€ aliquota fiscale al 25%;
da 28.000 a 50.000€ aliquota fiscale al 38%;
oltre i 50.000€ aliquota fiscale al 43%.
Per capire bene come funzionano gli scaglioni e le aliquote è opportuno un esempio numerico. Nel caso in cui il tuo reddito complessivo sia pari a 30.000 euro (al netto delle deduzioni), paghi un’aliquota del 23% fino ai 15.000 euro, mentre l’aliquota del 25% viene applicata solo alla parte eccedente dai 15.000 euro fino ai 28.000 euro. Per gli ultimi 2.000 euro (per arrivare ai 30.000 euro) si applica l’aliquota del 38%. Ecco un riassunto esplicativo:
Aliquota del 23% fino a 15.000 euro;
Aliquota del 25% da 15.000 a 28.000 euro;
Aliquota del 38% da 28.000€ a 30.000 euro.
Il legislatore ha previsto anche una “no tax area”: i contribuenti che percepiscono un reddito inferiore agli 8.174 euro non devono pagare nessuna imposta. L’esenzione fiscale si basa su un principio di equità: se hai un reddito che non ti permette di arrivare facilmente a fine mese, non puoi essere sottoposto allo stesso carico fiscale di chi guadagna molto di più.
Che cosa sono le deduzioni Irpef
Una delle problematiche maggiori quando si parla di Irpef è capire la differenza tra deduzioni e detrazioni. Spesso le utilizzi in maniera erronea pensando che siano la stessa cosa, oppure ne scambi il significato. Ecco una spiegazione puntuale di cosa sono.
Le deduzioni fiscali sono delle agevolazioni che intervengono direttamente sul tuo reddito complessivo, quello utilizzato per il calcolo delle imposte. In questo modo abbatti la base imponibile e paghi meno tasse. Quali sono le spese che puoi portare in deduzione? Ad esempio, la previdenza complementare, deducibile fino a un massimo di 5.164,57 euro. Puoi dedurre anche i contributi versati per colf, badanti e babysitter e gli assegni di mantenimento versati all’ex coniuge.
Quindi le deduzioni intervengono direttamente sul tuo reddito imponibile e prima che avvenga il calcolo effettivo dell’Irpef.
Che cosa sono le detrazioni Irpef
Le detrazioni Irpef sono una agevolazione che avviene ex post, cioè dopo che hai effettuato il calcolo effettivo dell’imposta da pagare e ti aiutano a diminuire l’esborso. Le detrazioni previste dal Tuir sono tante, molto variegate tra di loro e vengono continuamente aggiornate. Tra le detrazioni fiscali più importanti trovi quella dedicata all’affitto, al mutuo per l’acquisto della casa (puoi detrarre il 19% sugli interessi passivi pagati durante l’anno fino a un massimo di 4.000 euro), bonus ristrutturazione, bonus mobili, superbonus, spese sanitarie e spese assicurative.
Quando si paga l'Irpef?
C’è una data che devi cerchiare con il pennarello rosso sul calendario fiscale: il 30 settembre. Salvo proroghe, infatti, è la scadenza per il pagamento dell’IRPEF se presenti il modello 730 per la dichiarazione dei redditi.
Se, invece, presenti il Modello Redditi Persone Fisiche, il saldo e l’eventuale prima rata di acconto devono essere saldati entro il 30 giugno dell’anno corrente, o al massimo entro i successivi 30 giorni pagando, però, una maggiorazione dello 0,40%. La scadenza per la seconda rata di acconto, invece, è fissata per il 30 novembre. Se sei un contribuente residente in Italia, l’Irpef si paga tramite modello F24, mentre i non residenti possono fare un bonifico all’Agenzia delle Entrate o utilizzare il servizio online.
Devi utilizzare le stesse modalità anche se presenti il modello 730 e non hai un sostituto d’imposta (solitamente questo ruolo viene svolto dal proprio datore di lavoro). Se, invece, non hai un sostituto d’imposta, gli importi a credito o a debito vengono aggiunti o sottratti dalla busta paga dal mese di luglio (dipende da quando presenti la dichiarazione dei redditi).
Per quale motivo si paga l'Irpef
È obbligatorio pagare l’Irpef? E per quale motivo la devi pagare? Alla prima domanda la risposta è molto semplice: sì, a meno che il tuo reddito imponibile non sia inferiore agli 8.174 euro, soglia limite della no tax area.
Il motivo per cui bisogna pagarla è molto semplice: contribuire allo stato sociale in base alle tue possibilità. L’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, infatti, è una tassa diretta e che deve essere corrisposta in maniera proporzionale da tutti coloro che producono un reddito, in modo da rispettare il pilastro della progressività fiscale prevista dalla Costituzione.
Addizionali Irpef regionale e comunale: cosa sono
Oltre all’Irpef nazionale, sei chiamato a pagare delle addizionali Irpef che finiscono direttamente nelle casse della tua regione e del tuo comune. Si tratta di un’imposta locale che si va ad aggiungere a quella sul reddito delle persone. Il calcolo è molto simile a quanto abbiamo già visto, solo che le aliquote sono molto più basse.
L’addizionale Irpef regionale varia da un minimo dello 1,23% a un massimo del 3,33%. Sono le singole Regioni a fissare l’aliquota in base agli scaglioni ed è possibile effettuare un controllo sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’addizionale Irpef comunale viene decisa dai singoli Comuni e non può essere superiore allo 0,8% (elevabile di uno 0,3% dai comuni che non rispettano il patto di stabilità).
Riforma Irpef: cosa prevede la delega fiscale
Dopo l’approvazione del Parlamento, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (14 agosto 2023) il Governo può portare avanti la riforma fiscale che prevede una revisione generale del sistema tributario, indicando i principi e le misure da adottare. Il Governo ha ventiquattro mesi per portare a termine tutte le riforme fiscali e approvare i decreti attuativi, ma una delle prime azioni sarà la revisione dell’Irpef, con una modifica degli scaglioni e delle aliquote già nella Legge di Bilancio 2024 da approvare entro la fine di quest’anno.
Nella Delega fiscale sono previsti i principi generali su cui si baserà la riforma dell’Irpef. L’obiettivo del Governo è di passare da quattro a tre scaglioni, con relativo adeguamento delle aliquote, in modo da arrivare entro la fine della legislatura alla flat tax promessa in campagna elettorale (tenendo sempre in considerazione l’articolo 53 della Costituzione che parla della progressività delle tasse). La revisione dell’Irpef passa anche dal riordino delle deduzioni e delle detrazioni, che al momento valgono una cifra tra gli 80 e i 100 miliardi l’anno. Detrazioni e deduzioni che dovrebbero garantire la progressività fiscale quando si arriverà alla flat tax. La riduzione delle aliquote e degli scaglioni potrebbe costare tra i 3 e i 4 miliardi, risorse che il Governo spera di trovare nella Legge di Bilancio 2024 attraverso una spending review dei vari ministeri.
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