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Lavori in casa: diminuite le spese.

Aggiornamento: 18 ore fa

Pesa il taglio delle detrazioni ma c’è ancora la coda dei vecchi cantieri.

piastrelle

Tra gennaio e febbraio le famiglie hanno pagato 3,15 miliardi di euro con i bonifici “parlanti” necessari per beneficiare dei bonus casa. Rispetto ai 4,86 miliardi dello stesso periodo del 2024, il calo è del 35 per cento. La frenata era attesa, dopo il taglio delle detrazioni deciso con la legge di Bilancio, ma adesso c’è una prima misura. L’importo può essere ricavato dal Bollettino delle entrate tributarie, che ogni mese conteggia le ritenute versate dalle banche all’Erario (gli istituti di credito trattengono dai bonifici l’11%, quota che fino a febbraio del 2024 era l’8%, e lo girano allo Stato).


I lavori da completare

Nel 2025 il Governo ha praticamente fermato il superbonus per i nuovi lavori, tranne gli interventi già prenotati e quelli in zone colpite dai terremoti. Inoltre, le altre detrazioni sono state livellate al 36%, elevato al 50% per le prime case.

Gli effetti sono arrivati:

  • c’erano tantissimi lavori da finire»;

  • oggi ci sono agevolazioni comunque migliori di quelle previste per il 2026 e qualcuno forse sta correndo per beneficiarne. L’anno prossimo, infatti, il livello base delle detrazioni scenderà al 30%, elevato al 36% per le prime case.

I dati ricavabili dalle ritenute sono in linea con le previsioni dell’Ance, l’associazione dei costruttori. Spiega Flavio Monosilio, direttore del centro studi: «Stimavamo un calo importante per le manutenzioni straordinarie nell’edilizia residenziale, pari al 22% nel 2024 e al 30% quest’anno, anche perché diversi lavori sono stati anticipati negli anni scorsi». Anche secondo Monosilio a sostenere i pagamenti in questi primi mesi dell’anno è il superbonus nel cratere sismico, «che ancora funziona a buon ritmo», oltre alla coda dei cantieri ancora aperti, sulla cui consistenza però «non ci sono informazioni affidabili».

Il report Enea al 31 marzo indica, per il super-ecobonus, percentuali di completamento dei lavori ormai superiori al 95 per cento.


Le scelte dei proprietari

Dato per acquisito che il superbonus era insostenibile per le casse pubbliche e che gli incentivi non sono un diritto per i proprietari, oggi i privati si trovano di fronte a uno scenario completamente diverso da quello del 2021-23.


Qualche tendenza si coglie già. Si rinuncia agli interventi superflui. Si rimandano i lavori non indispensabili, soprattutto nei condomini, dove l’unica misura davvero di favore resta il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche (75% nel 2025). Quando ci sono opere non rinviabili, si cerca di accelerare i tempi e limare il preventivo al millimetro. Nel frattempo, si resta alla finestra, per vedere se la prossima manovra confermerà le detrazioni oggi previste per il 2026-27 o magari concederà qualche incentivo più generoso. A rimandare alcune decisioni è anche l’incertezza sulla nozione di abitazione principale, che – come detto – quest’anno ha ancora il bonus del 50 per cento. Resta più di un dubbio (si veda l’articolo a fianco).


Tra le tendenze in atto c’è anche l’aumento dei lavori in nero. «Non abbiamo ancora sistematizzato i dati, ma cominciano a esserci dei segnali», dice Bellicini. D’altra parte, se il confronto è con la detrazione del 36% o 30% in dieci anni, eliminando l’Iva e facendo uno sconto non è impossibile proporre offerte competitive agli occhi di committenti a corto di risorse.

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