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M&A
Operazioni societarie e di finanza straordinaria che portano alla fusione di due o più società o all'acquisizione di una società target da parte di un'altra società.
di Walter Pittini
29. April 2025
M&A
Mergers and Acquisitions
Scalate alle banche
Fusioni e acquisizioni con il botto nei primi tre mesi dell’anno: in Italia sono state realizzate operazioni per oltre 15 miliardi di euro. E le prospettive per il 2025 sono anche più rosee. Ecco perchè.
Le scalate a banche e industrie fanno registrare un primo trimestre esplosivo per il mondo del m&a italiano. Secondo l’ultimo report del London Stock Exchange Group, le fusioni e acquisizioni che hanno visto un coinvolgimento di soggetti italiani hanno raggiunto i 41,2 miliardi di dollari nei primi tre mesi del 2025 (circa 36 miliardi di euro), più del doppio del valore registrato nello stesso periodo del 2024 e il totale più alto del primo trimestre dal 2018. Complessivamente 386 deal che hanno visto coinvolto un target italiano.
Le Ops di MPS e BPER hanno messo il pepe al settore m&a
Qualche operazione tra quelle di maggiore impatto economico-mediatico? L'offerta da 13,9 miliardi di dollari di MPS per la rivale Mediobanca e l'offerta da 4,5 miliardi di dollari di BPER Banca per Banca Popolare di Sondrio. Secondo KPMG, il primo trimestre 2025 ha fatto registrare operazioni per oltre 15 miliardi di euro. Tra queste, forse meno impattante mediaticamente, è l’annunciata superfusione transfrontaliera “tra pari” di Subsea7 S.A. in Saipem Spa, da cui nascerà un colosso dell’ingegneria energetica (Subsea ed Engineering & Construction per oil&gas) chiamato Saipem7, che avrà un portafoglio ordini aggregato di 43 miliardi di euro. La nuova società, per costituire la quale è stato firmato a febbraio un un Memorandum of understanding, avrà sede a Milano e conterà oltre 45.000 persone.
Sul mercato dei legal advisor emergono nuovi studi internazionali
Ad occuparsi di questa fusione sono stati molti legal advisor, nazionali e internazionali, che si sono occupati degli aspetti di diritto italiano, inglese, statunitense, norvegese e lussemburghese. Anche grazie a questo deal, nell’ultimo report di Mergermarket Q1/2025 sono “apparsi”, per la prima volta, gli studi norvegesi Thommessen e Wiersholm, e il lussemburghese Elvinger Hoss Prussen, che, assieme al mega studio indiano Cyril Amarchand Mangalda, hanno scalato la “classifica” dei legal advisor che si sono occupati delle operazioni più sostanziose, in termini di valore, del Belpaese. Questa settimana raccontiamo chi sono stati i migliori legal advisor e cosa aspetta il settore m&a nei prossimi mesi.
M&a, nuovi legal advisor
Gli studi legali stranieri hanno dimostrato interesse per l'Italia, che hanno fatto da legal advisor a grandi operazioni di fusione e acquisizione, di fatto erodendo la ricca torta del settore.
In tre mesi, in Italia si sono registrate 4 operazioni sopra il miliardo di euro
Secondo quanto emerge dal rapporto Q1/2025 sul settore M&A in Italia, realizzato da KPMG, sebbene sia diminuito il numero delle operazioni chiuse (-23% rispetto ai primi tre mesi del 2024), i controvalori sono risultati stabili (-2,7% vs il primo trimestre dello scorso anno). Nel primo trimestre si sono registrate 4 operazioni sopra il miliardo di euro tra cui la cessione da parte di Exor del 4% di Ferrari attraverso una procedura di accelerated bookbuild rivolta ad investitori istituzionali per un controvalore complessivo di 3 miliardi; l’acquisizione del 25% del capitale sociale di Enilive da parte del Fondo di investimento americano KKR per un investimento di oltre 2,9 mld; l’acquisizione del 4,1% di Generali da parte di UniCredit per un valore complessivo di circa 2 mld. Infine, l’acquisto per un miliardo di euro da parte del Gruppo Enel, attraverso Endesa Generacion, della spagnola Corporación Acciona Hidráulica che detiene un portafoglio di impianti, comprensivo di 34 centrali idroelettriche localizzate nel nord-est della Spagna.
Sugli scudi in questo primo scorcio dell’anno il settore bancario e dei servizi finanziari, con una serie di operazioni di mercato al momento solo annunciate che potrebbero determinare una nuova ondata di consolidamento. È il caso dell’offerta di Banca IIn tre mesi, in Italia si sono registrate 4 operazioni sopra il miliardo di euro
Sugli scudi in questo primo scorcio dell’anno il settore bancario e dei servizi finanziari, con una serie di operazioni di mercato al momento solo annunciate che potrebbero determinare una nuova ondata di consolidamento. È il caso dell’offerta di Banca Ifis su Illimity Bank, per circa 300 milioni di euro, l’Offerta Pubblica di Sottoscrizione (OPS), non concordata, di Banca MPS su Mediobanca annunciata il 24 gennaio, per un corrispettivo totale di oltre 13,3 miliardi.
I tre principali macro settori a cui è attribuibile circa l’84% dei controvalori registrati nel primo trimestre del 2025, si confermano: Energy & Utilities con 5,8 miliardi; Industrial Markets con 4,3 miliardi, e Financial Services con 2,9 miliardi di euro (quest’ultimo comparto alimenta gran parte della pipeline M&A per i prossimi mesi del 2025).
In termini di numero di operazioni completate, si confermano, in vetta alla classifica, i settori tipici del Made in Italy a cui è attribuibile quasi il 56% delle operazioni concluse nel primo trimestre. Resta particolarmente attrattivo il segmento del tessile ed abbigliamento.fis su Illimity Bank, per circa 300 milioni di euro, l’Offerta Pubblica di Sottoscrizione (OPS), non concordata, di Banca MPS su Mediobanca annunciata il 24 gennaio, per un corrispettivo totale di oltre 13,3 miliardi.
I tre principali macro settori a cui è attribuibile circa l’84% dei controvalori registrati nel primo trimestre del 2025, si confermano: Energy & Utilities con 5,8 miliardi; Industrial Markets con 4,3 miliardi, e Financial Services con 2,9 miliardi di euro (quest’ultimo comparto alimenta gran parte della pipeline M&A per i prossimi mesi del 2025).
In termini di numero di operazioni completate, si confermano, in vetta alla classifica, i settori tipici del Made in Italy a cui è attribuibile quasi il 56% delle operazioni concluse nel primo trimestre. Resta particolarmente attrattivo il segmento del tessile ed abbigliamento.
Per il 2025, i deal annunciati supereranno di gran lunga i 50 mld di euro di controvalore
La pipeline attesa per il 2025 sul mercato italiano in termini di operazioni annunciate, ma non ancora finalizzate, supera di gran lunga i 50 miliardi di euro di controvalore. Guida, con distacco, il comparto bancario, con l’OPS di Banca MPS su Mediobanca per oltre 13 miliardi, l’OPS di Unicredit su Banco BPM con un controvalore atteso di circa 10 miliardi, l’OPS di Banca BPER su Banca Popolare di Sondrio per 4,3 miliardi, l’OPA di Banco BPM Vita su Anima Holding, attualmente in corso e che terminerà ad inizio aprile, con un controvalore atteso di 1,7 mld ed infine l’OPS da 300 milioni di Banca Ifis su Illimity Bank. L’esito finale di queste operazioni avrà un impatto significativo sui nuovi assetti proprietari ed organizzativi nel sistema bancario e finanziario nazionale, e sui controvalori e dimensione del mercato M&A per il 2025.
Ecco la classifica di Mergermarket sugli studi più performanti
Per quanto concerne invece la graduatoria di MergerMarket sugli studi legali più attivi sul mercato italiano numerose le novità. Se il podio per numero di operazioni seguite è tutto nazionale (PedersoliGatti, con 30, come nel pari periodo 2024, BonelliErede 28 (era 4 nel pari periodo 2024) e Gianni&Origoni 26, sceso di un gradino) nella graduatoria per controvalore spicca il guadagno di 30 posizioni (dal 33 al 3 per un controvalore di 13,8 miliardi euro, frutto di una sola operazione) di Cyril Amarchand Mangaldas. Al primo posto Gianni&Origoni, +12 posizione rispetto al Q1 del 2024, con 21 miliardi di controvalore) e White&Case che si conferma al 2° posto, con 7 operazioni (per complessivi 14,6 miliardi). Da segnalare l’ingresso nella graduatoria per controvalore di Thommessen nell’operazione Saipem-Subsea7 (10° posto come Wiersholm che era 46° nel Q1 2024, Elvinger Hoss&Prussen, tutti con una sola operazione per un controvalore di circa 7 miliardi euro). Si proiettano al 15° posto, con una sola operazione del controvalore di circa 5 miliardi euro, gli studi Davis Polk & Wardwell e de Brauw Blackstone Westbroek.
Da segnalare anche la buona crescita di Russo de Rosa Associati (dal 12° al 9° con 9 operazioni nel trimestre per un controvalore di 4 miliardi) e di Hogan Lovells International, dal 30° all’11° posto con 8 operazioni per 5,3 miliardi euro. Pesanti le discese di ADVANT (dal 3° al 20° per numero delle operazioni seguite) e DLA Piper, dal 6° al 15° posto con 6 operazioni per 1,3 miliardi euro.
«PedersoliGattai registra un primo trimestre caratterizzato da un’attività significativa e diversificata nel contesto M&A», dice ad Affari Legali il managing partner Bruno Gattai. «Lo studio è stato coinvolto in una serie di operazioni di alto profilo che spaziano in termini di settori e tipologie di transazioni. In particolare, PedersoliGattai ha agito in qualità di advisor legale in operazioni di grande rilievo come l'assistenza a RadiciGroup nella cessione delle Business Area Specialty Chemicals e High Performance Polymers a Lone Star Funds; ad Ambienta SGR nella cessione della quota di maggioranza di Namirial a Bain Capital; e ad Eni S.p.A. ed Enilive S.p.A. nell'incremento della partecipazione di KKR in Enilive al 30%. In generale, «il settore Energy & Utilities ha registrato il valore più elevato delle transazioni, seguito da Industrial Markets e Financial Services».
Molti prevedono un ulteriore incremento dell’attività M&A in Italia
«Tra le operazioni più rilevanti seguite da Gianni & Origoni nel periodo, ricordo la fusione tra Saipem e Subsea7, assistendo Siem Industries SA, per la creazione di un leader globale nei servizi energetici, con un valore di 18 miliardi di euro, l’offerta pubblica di scambio volontaria lanciata da Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, per un controvalore di 13 miliardi di euro, nonché l’acquisizione da parte di KKR di un’ulteriore quota del 5% in Enilive da ENI S.p.A., portando la partecipazione totale al 30%», dice Raimondo Premonte, partner del dipartimento Corporate M&A di Gianni & Origoni. «Certamente le operazioni di mercato bancarie attualmente in corso hanno contribuito in modo importante alla forte ripresa del mercato M&A in Italia rispetto al 2024, dove finalmente sono tornati, anche rispetto ad altri paesi europei, i big tickets mancati negli anni scorsi. Le prospettive per il resto del 2025 a nostro avviso sono positive tenendo conto della nostra attuale pipeline.
Al netto dell’incognita Trump che potrebbe avere conseguenze stagnanti sull’economia e quindi sul mercato M&A mondiale, prevediamo infatti un ulteriore incremento dell’attività M&A in Italia, sostenuta da un contesto di tassi più favorevoli e dalla crescente domanda di tecnologie innovative. In particolare, il settore delle infrastrutture si conferma attrattivo per gli investitori internazionali grazie alla transizione energetica e alla digitalizzazione. Analizzando i settori dove ci aspettiamo una maggiore crescita di operazioni soprattutto spinte dai fondi di private equity, certamente i settori legati alle infrastrutture e transizione energetica, si confermano centrali, con un focus su energia, reti digitali, trasporti e logistica. I fondi infrastrutturali stanno investendo e continuano a guardare con attenzione ad asset strategici italiani legati alla transizione energetica, alla mobilità sostenibile e all’economia circolare. La crescente domanda di infrastrutture resilienti e sostenibili, anche in ambito sanitario e digitale, rende il comparto altamente attrattivo per investitori istituzionali e fondi infrastrutturali».
L’incertezza internazionale ha ridotto il numero dei deal del 26%
«Il 2025 è iniziato con una positiva crescita in termini di valore dei deal, con un aumento del 13% rispetto al primo trimestre 2024», dice Eliana Catalano, managing partner di BonelliErede e co-leader Focus Team Private Equity. «Se si analizza l’andamento per settore, però, possiamo osservare che il peso delle operazioni interbancarie è del 70% sul valore totale, e ciò contribuisce a rendere il quadro forse meno «dinamico» rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare guardando alle sole percentuali di crescita. Ancora, il numero dei deal è calato del 26%, passando dai 359 deal del 2024 ai 266 del 2025. Tra le cause, sicuramente ha un peso la congiuntura economica internazionale e le incertezze che ne derivano soprattutto a livello di valutazione delle aziende. Tra i comparti più attivi possiamo annoverare, oltre ai financial services già citati, il settore dei servizi, quello industriale e l’ICT, a differenza del primo semestre dell’anno scorso che era stato trainato dalle telco insieme all’energy.
Non è da escludere che nel corso dell’anno questi ultimi possano riprendere quota, soprattutto il comparto energia che rimane sempre centrale e influenzato dall’interesse e dagli investimenti in materia di transizione energetica. A livello di numero di deal, anche il retail ha registrato ottimi risultati nel primo semestre, rappresentando nel complesso il 7% del totale. L’operazione di acquisizione di Versace da parte di Prada, annunciata all’inizio del secondo trimestre, rappresenta una spinta ottimista per il mercato. Attendiamo anche buoni sviluppi per il prosieguo dell’anno sul fronte healthcare, che insieme alla transizione energetica e al tech-ICT già menzionati, rappresentano i settori con maggiore aspettativa». Lo studio ha assistito Banca Ifis nell’OPA sulla totalità delle azioni di illimity Bank; Kering nella cessione delle società facenti parte del gruppo The Mall Luxury Outlets a Simon Property Group e Alcedo SGR, FVS SGR e agli altri soci di minoranza nella cessione di Gourmet Italian Food a Gourmet Invest, società controllata da Chequers Partenaires.
«Il mercato M&A in Italia i primi due mesi del 2025 ha registrato un avvio positivo, con una notevole vivacità, confermando la tendenza positiva delle attività di investimento nella speranza che le politiche liberiste della nuova amministrazione Usa portasse l’M&A a livelli record», dice Domenico Fanuele, partner di White & Case. «Nell’ultimo mese, tuttavia, si è registrato un rallentamento in gran parte dovuto alle incertezze derivante dalle politiche sui dazi avviate dall’amministrazione Trump che hanno creato incertezza sul piano dei tassi d’interesse. Il nostro studio è coinvolto in una delle principali operazioni sul mercato, assistendo Banca MPS nell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca annunciata il 24 gennaio, per un corrispettivo totale di oltre 13,3 miliardi di euro. Nel primo trimestre del 2025, lo Studio ha prestato assistenza in relazione ad altre operazioni di significativa rilevanza nel contesto dei mercati M&A e Private Equity. Tra queste da ultimo si segnala l’assistenza al ministero dell’economia e delle finanze in relazione all’acquisizione, unitamente a Retelit, di Sparkle oltre all’assistenza a PSG Equity, fondo statunitense di growth equity, nell'acquisizione di una partecipazione del 60% in Libraesva, pluripremiato fornitore di soluzioni software specializzato in servizi di sicurezza informatica per aziende e organizzazioni del settore pubblico.
L’incognita dazi potrebbe far posticipare alcune operazioni
È probabile che le criticità già emerse nel corso del 2024 continueranno a influenzare gli investitori nel 2025, in particolare per quanto riguarda il possibile posticipo di alcune operazioni anche alla luce delle incertezze sul regime dei dazi sopra menzionate e, più in generale, del perdurare delle condizioni di incertezza del contesto macroeconomico internazionale. È plausibile che, in tale contesto, si assista a una generale tendenza al rallentamento nel lancio delle operazioni da parte degli operatori di mercato, in attesa di maggiore chiarezza, soprattutto per le target caratterizzate da forte esposizione al mercato statunitense. Diversamente, le target che hanno fatturati esposti solo al mercato italiano o europeo dovrebbe continuare ad essere appetibili per gli investitori, soprattutto nel segmento mid market».
«Hogan Lovells si è confermato particolarmente attivo lungo queste direttrici strategiche, assistendo clienti nei settori sopra menzionati, con particolare focus su operazioni di consolidamento bancario, acquisizioni industriali strategiche e operazioni di private equity, ambiti nei quali lo Studio vanta una consolidata esperienza e un posizionamento di mercato competitivo», dice Luca Picone, partner di Hogan Lovells. Le incertezze macroeconomiche e geopolitiche provenienti dal contesto statunitense non hanno finora avuto impatti negativi sull’operatività dello studio. «Al contrario, nel primo trimestre del 2025 si è osservato un incremento delle operazioni cross-border, sia inbound sia outbound, a conferma della solidità dell’approccio integrato e della presenza internazionale di Hogan Lovells. Questa dinamica è stata resa possibile grazie alla presenza capillare del network internazionale di Hogan Lovells, in grado di supportare efficacemente investitori italiani nei principali mercati esteri e, al contempo, di assistere player stranieri interessati a operazioni nel territorio italiano. Tale direzione strategica si inserisce in un più ampio percorso di rafforzamento della presenza dello studio in Italia.
Prevediamo il mantenimento di un buon livello di attività nel mercato M&A per il resto del 2025, con particolare attenzione ai settori con forte componente ESG, alla transizione energetica, all’innovazione tecnologica e financial services. Hogan Lovells continuerà a investire nel rafforzamento della propria presenza, ponendosi come interlocutore privilegiato per operazioni complesse, sia domestiche che transnazionali».
«Il primo trimestre del 2025 si è rivelato particolarmente attivo con diverse operazioni straordinarie di grande rilevanza sul mercato. Nello specifico, molto interessanti il settore bancario e finanziario. Il resto del 2025 rimarrà a nostro avviso intenso, con picchi di complessità su settori oggetto di consolidamento», dice ad Affari Legali Filippo Modulo, managing partner di Chiomenti. Lo studio ha seguito la joint venture nell’asset management tra BPCE e Assicurazioni Generali S.p.A. (assistenza a BPCE), ha assistito Baku Steel nell’operazione relativa alle acciaierie di Taranto e BPER Banca nell’OPA su Banca Popolare di Sondrio.
«L’inizio del 2025 è stato contrassegnato dalla finalizzazione di alcuni progetti di ampio respiro e successo sviluppati nel corso degli ultimi anni oltre che dall’avvio di nuove piattaforme di investimento», dice Leo De Rosa, partner di Russo De Rosa Associati Studio legale e Tributario. «Tra i primi abbiamo affiancato Aksia per la vendita del gruppo Mir attualmente il player di riferimento a livello globale nel settore della spirometria e Alcedo per quella del gruppo Gourmet Italian Food, piattaforma che aggrega aziende leader nella produzione di gastronomia e piatti pronti di alta qualità.
Il Private Equity dimostra di essere in fermento e nella generazione di valore per gli investitori è sempre più orientato ad attività di consolidamento settoriale».
Bari, 29 aprile 2025